Era una calda domenica di agosto.
Dopo essere stato tutto il giorno al mare ero dovuto tornare in città per studiare, in quanto stavo preparando un difficile esame universitario.
La città era vuota, si sentiva solo il rumore di poche auto di passaggio e qualche cane abbaiare in lontananza.
I miei erano rimasti alla nostra villetta al mare, quindi a casa non c'era nessuno, il che accresceva il mio sconforto, in quanto avrei preferito rimanermene anch'io al mare, ma c'era quel maledetto esame da preparare.
Alzai le serrande e aprii le finestre di casa per far entrare il primo fresco del tramonto, che iniziava a tingere i tetti di rosso.
La casa era una fornace, mi sfilai di dosso la maglietta e poi i bermuda, lasciando su soltanto i boxer, che non davano troppo caldo.
Mi sedetti alla scrivania di fronte alla finestra aperta, aprii il libro e iniziai a studiare, leggendo una decina di pagine.
Dopo un po' alzai lo sguardo per distrarmi e guardando all'esterno vidi una ragazza, appoggiata di schiena alla ringhiera di un balcone del palazzo di fronte, che stava accendendosi una sigaretta.
Era alta e potevo vedere una striscia di pelle abbronzata spuntare come un sorriso tra il bordo di una canottierina rosa e quello dei corti calzoncini, di colore verde chiaro.
Quella vista mi distrasse completamente dallo studio e per vederla meglio mi alzai dalla scrivania, andai in salone e mi misi a spiarla da una finestra più angolata.
Mentre mi alzavo notai che si stava voltando, guardando avanti a sè in direzione del mio palazzo. Non era bellissima, ma sfoggiava davvero un bel fisico.
Spostatomi in salone, guardai attraverso le tende e notai che lei stava guardando verso la mia stanza.
In quel deserto di serrande e persiane sbarrate una finestra aperta rappresentava quanto meno un segno di vita.
Decisi di stuzzicare la sua curiosità.
Andai in cucina e presi un bicchiere d'acqua e tornai in camera mia avvicinandomi alla scrivania in modo che mi potesse vedere.
Non guardai verso di lei ma bevvi tutto il bicchiere d'acqua a sorsi lenti e intervallati, restando in piedi davanti alla scrivania e fingendo di sfogliare il libro.
Ero abbronzato e in perfetta forma fisica.
I miei boxer, dei parigamba grigi aderenti, fasciavano tutte le mie sporgenze, disegnandole ed evidenziandole.
Finii di bere ed inarcai la schiena all'indietro per raddrizzarla e evidenziò i miei addominali scolpiti.
Poi mi voltai e tornai in salone, guardando da dietro la tenda se il mio pavoneggiamento avesse sortito l'effetto desiderato.
In effetti lei era appoggiata ora con la pancia ed entrambe le mani sulla ringhiera del balcone, completamente protesa verso la mia finestra.
La guardai ancora un pochino e lei si allontanò, ma il mio sconforto finì quando vidi che prendeva un'altra sigaretta, che accese e si riposizionò dov'era prima, incrociando le braccia e protendendo in avanti una mano sottile, che reggeva la sigaretta accesa verso il vuoto.
Il fatto di aver suscitato la sua attenzione mi elettrizzò e decisi di osare di più.
Tornai in camera per un attimo, passando sbadatamente davanti alla scrivania, e nel far ciò sistemai un poco i boxer abbassandoli sul fianco, mostrando il segno evidente dell'abbronzatura.
La mia ragazza, che adesso era in vacanza con i suoi, adorava spogliarmi così, scoprendo prima i miei fianchi e poi abbassandomi pian piano i boxer per vedere il bianco delle natiche e del basso ventre contrastare col color cioccolata della pancia e della schiena.
Uscii di nuovo dalla mia stanza per prendere il telefono portatile e tornai in camera mia.
Passeggiavo avanti e indietro fingendo una lunga telefonata, e di tanto in tanto abbassavo i boxer come avevo fatto all'inizio, ma senza mai guardarla, anche se di tanto tornavo in salone a controllare che la ragazza fosse ancora lì.
Lei rimaneva imperterrita, con lo sguardo fisso sulla mia finestra, intervallando voluttuose boccate di fumo che poi espirava verso il cielo.
Ormai era catturata da me, e io da lei.
[Modificato da Andy Roma 11/03/2009 19:45]